domenica 27 settembre 2020

Uno smartphone per documentare

Sono stata assente per tutta l'estate ma non vuol dire che non abbia fatto nulla... tanti lavori da concludere e la collana online RicercAzione del MCE da seguire con più costanza dal momento che ora ne sono incaricata ufficialmente. Comincio quindi da lì. Inserisco la bella videata che compare sullo Store di StreetLib cercando "Edizioni MCE" che è molto accattivante e dimostra che di lavoro se ne è fatto parecchio in un anno: 9 pubblicazioni.


La serie rossa sono attività da svolgere subito in classe, la serie gialla contiene anche un po' di teoria, la serie blu sono documenti o testimonianze del MCE che ci sembra valga la pena riprendere in mano.

Il lavoro continua perché i gruppi di ricerca del MCE non stanno mai con le mani in mano. Sono in preparazione altri titoli, alcuni sono già in uscita. Cerchiamo di intercettare le esigenze della scuola, degli insegnanti di tutti gli ordini scolari, e anche di valorizzare il lavoro di ricerca e sperimentazione che avviene in molti gruppi territoriali.

La riflessione che volevo fare oggi riguarda la documentazione: senza lo sforzo di molti insegnanti di documentare il loro lavoro queste pubblicazioni non potrebbero esistere. Ma come documentare?

Innanzitutto bisogna dire che la documentazione non serve solo per poter fare le riflessioni nel gruppo di ricerca ma soprattutto per quella personale di ogni insegnante sui percorsi didattici che propone agli allievi per ricavare elementi utili alla valutazione formativa. Questo uso della documentazione non è una novità ma siccome costa fatica molti insegnanti con cui lavoro cercano di aggirare l'ostacolo condividendo solo le sintesi, i risultati finali del lavoro svolto in classe, il quaderno, in sostanza. Questo non serve a molto. Se l'attenzione deve essere rivolta ai processi per poter aiutare gli allievi a superare gli ostacoli di apprendimento, occorre documentare i processi... raccogliere i loro prodotti, analizzarli con il nostro occhio e poi farli discutere agli allievi. È in questa interazione tra alunni e insegnante che si costruisce conoscenza.

Per documentare bisogna essere attrezzati. Quando si propone un'attività entriamo in classe con tutto il necessario ... lo smartphone. Questo oggetto che sta sempre nelle nostre tasche ci permette di fare tutto ciò che serve: foto, filmati, registrazioni audio. Usiamolo! Ogni documento creato è immediatamente condivisibile e se si crea un archivio nel cloud immediatamente tutto il gruppo di ricerca può avere la percezione di ciò che avvenuto e farsi delle domande o provare a ripetere la stessa esperienza.

Creiamo una struttura nel cloud che consenta di avere in tempo reale la documentazione di tutti i passaggi di un'attività, le cose che dicono e che fanno i bambini. Impariamo a non filmare i volti dei bambini, se non strettamente necessario, ma solo le mani, impariamo a girare in senso orizzontale lo smartphone quando filmiamo per avere la clip video in formato panoramico non in formato "fessura", scriviamo subito un breve diario di bordo per ricordarci le cose più importanti. Alla fine del lavoro fotografiamo tutti i protocolli mettendoci in un angolo con la luce naturale facendo attenzione a non creare ombre sul foglio. 

Con questi pochi accorgimenti avremo delle documentazioni impeccabili che potranno essere facilmente utilizzate ad esempio per la costruzione di un libretto della serie rossa. La difficoltà più grossa che ho avuto in questo periodo è stata reperire immagini di qualità. Non avere le immagini nel formato giusto e con la risoluzione sufficientemente alta (300 dpi è quella necessaria) fa perdere un sacco di tempo nel momento dell'editing.

La documentazione ci serve anche per le riunioni con i genitori, per renderli più partecipi del lavoro di classe, per far vedere i loro figli in azione. Se raccogliamo in un filmato le clip dei momenti clou dell'anno scolastico abbiamo la possibilità di mostrarli sia agli allievi sia ai genitori, con scopi diversi ma tutti ugualmente importanti.

Nel periodo della Dad avere uno smartphone e saperlo usare in questo senso ha permesso di superare molti ostacoli, di mantenere vive le relazioni e sfruttare i contatti per cercare le persone. WhatsApp è l'applicazione che ha sfondato in questo senso. È inutile andare a cercare cose più complicate. Molto spesso la soluzione più vicina a noi è anche quella più funzionale.