lunedì 6 febbraio 2012

Curricoli, competenze...

All'inizio di ogni percorso formativo, quasi sempre, mi vengono presentati i curricoli che gli insegnanti diligentemente hanno compilato cercando di organizzare in un prodotto condiviso le sollecitazioni ricevute dagli esperti e le esperienze didattiche consolidate (qui mi riferisco in specifico alla scuola dell'infanzia e alla scuola primaria, perchè dalla scuola secondaria non ho mai ricevuto niente del genere). So quanto sia difficile costruire un linguaggio comune a partire da esperienze diverse e spesso non diffuse, immagino le discussioni e le riflessioni che ognuno di questi prodotti incorpora e quindi ho un grande rispetto per chi si è messo al lavoro e ha dedicato tempo a cercare per lo meno di condividere le esperienze e trovare un modo per esprimerle. Da ognuno di questi prodotti traspare una storia che è documentata dal tipo di linguaggio, dal modo di organizzare i contenuti...
Ma quando comincio a leggere nasce subito un grande senso di frustrazione, perchè mi rendo conto che pur essendo prodotti 'sofferti' non sono quasi mai dei prodotti coerenti dal punto di vista disciplinare. Le carenze sul piano matematico emergono sia nei contenuti specifici sia nella struttura complessiva. E questi prodotti dovrebbero servire come riferimento per la progettazione didattica. Come si fa a basare una programmazione di matematica su idee spesso errate della struttura stessa della disciplina? Come si fa a costruire un intervento didattico a partire da confusioni concettuali?
E poi sono arrivate le competenze...
Riscrivere i curricoli organizzandoli per 'competenze' ha impegnato ultimamente molte scuole. A parte la confusione esistente nell'uso di questo termine (ho trovato tantissime definizioni diverse e ognuna diceva qualche cosa di interessante...), penso che riorganizzare un curricolo in questo modo richieda dei cambiamenti anche sul piano metodologico perché il punto non è elencare competenze ma costruirle. E come si insegna 'per costruire competenze'? Questo è il nocciolo della questione.

Ma partiamo dall'inizio. Le competenze non possono sicuramente fare a meno delle conoscenze e quindi dei contenuti matematici.
Esiste un lavoro serio sul curriculum di matematica, dalla primaria fino all'ultimo anno della secondaria di secondo grado, fatto dall'Unione Matematica Italiana che, per quanto riguarda la scuola primaria e secondaria di primo grado, è stato nelle sue linee essenziali recepito anche dalle ultime indicazioni Fioroni (anche se sono stati fatti tagli, semplificazioni...). Io però continuo a fare riferimento al curriculum dell'UMI che ha una struttura a mio parere più chiara. Ad esempio il curriculum tratta separatamente i nuclei tematici da quelli di processo. Questi ultimi mettono l'accento su tre processi importanti (risolvere e porsi problemi, misurare, argomentare e congetturare) che, per la loro trasversalitá, si sviluppano sui contenuti dei nuclei tematici (numero, spazio, statistica...). Quindi il testo è una miniera di esempi utili... più di 80 attività con prove di verifica comprese. Gli esempi sono stati elaborati da insegnanti facenti parti di nuclei di ricerca didattica di tutta Italia e si basano su sperimentazioni in piedi da molti anni (io vi ho partecipato con altre persone del mio nucleo di ricerca, ognuno di noi doveva collaborare alla stesura di esempi di due nuclei, uno tematico e uno di processo): pertanto le attività proposte sono ampiamente validate.
Ma allora perché si deve riscrivere, rielaborare? Qual è lo scopo? Non basta dire: quello dell'UMI ci va bene? Su questo ritornerò in un prossimo post.
In America il National Council of Teachers of Mathematics (NCTM) ha svolto un lavoro analogo a quello dell'UMI, già dalla fine degli anni 80, la definizione degli standard dell'apprendimento in matematica, dalla scuola dell'infanzia fino al termine dell'obbligo. Sul sito dell'ADI http://ospitiweb.indire.it/adi/MatematicaNuclei/Mnf_frame.htm si trova il lavoro del NCTM, tradotto in italiano. Facile fare un confronto con quello dell'UMI e trovare tutte le consonanze http://umi.dm.unibo.it/old/italiano/Matematica2001/matematica2001.html.
Anche qui è presente un suddivisione per nuclei e poi una scansione per le diverse classi.

Il secondo punto riguarda i modelli didattici. Dal linguaggio usato e dal modo di organizzare i contenuti, soprattuto in alcune classi, emergono modelli didattici 'vecchi' che non tengono conto della ricerca pedagogico-didattica più recente (post-piagetiana in particolare) e spesso non tengono nemmeno conto dell'epistemologia della matematica (e di come si apprende la matematica... Questo merita un post tutto suo). Difficilissimo poi mantenere la coerenza interna che richiederebbe per lo meno una rilettura complessiva che vada ad uniformare dove serve, cosa che richiederebbe altro tempo.
Da tutto ciò discende una scarsa qualità del prodotto finale che non contribuisce certamente ad elevare la qualità dell'offerta formativa.
Chiaramente io mi riferisco a quel che ho visto ... ci saranno forse delle eccezioni ...

Mi soffermerei un momento sul problema dell'obsolescenza...
Gli insegnanti hanno ricevuto l'ultima formazione seria e strutturata, in Piemonte, con i piani di formazione che sono seguiti all'introduzione dei programmi dell'85 che recepivano il dibattito e le sperimentazioni fatte nel decennio precedente... Ma già nell'85 molti di quei punti di forza vacillavano...
Le esperienze degli anni '80 e '90 e il lavoro di formazione svolto in quegli anni è come se fossero stati cancellati. Invece, proprio in quegli anni, la ricerca didattica faceva grossi balzi in avanti, rimanendo però confinata in piccoli gruppi, legati a docenti specifici e a certe università, con poche occasioni per diffondere in modo veramente efficace sul territorio nazionale le esperienze e le riflessioni. La situazione non è migliorata nemmeno negli anni successivi: prova ne sia che il testo Matematica 2001 (realizzato appunto nel 2001) è rimasto nel cassetto e non è mai arrivato nelle scuole. Ancora oggi quando mi reco in una scuola per fare un corso e lo nomino, la maggioranza degli insegnanti, se non tutti, non ne conoscono l'esistenza.
In compenso sono proliferati i materiali reperibili su internet e i corsi che presentano metodi miracolosi per far imparare la matematica ...
Continua....

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