Anche io sono cambiata e sono diventata autrice di libri di testo con l'idea folle di riuscire a far passare nella scuola qualche contenuto innovativo anche attraverso questo strumento. Purtroppo la logica del mercato editoriale è diversa da quella che anima noi insegnanti che vorremmo essere considerati "innovatori", perché l'innovazione riguarda sempre una minoranza, spaventa i più e soprattutto non vende. A meno che si tratti di porre strumenti che evitino agli insegnanti di pensare e di spendere tempo per la progettazione didattica. Nella mia esperienza di formatore la maggioranza degli insegnanti che incontro purtroppo fanno parte di questa categoria: vogliono il lavoro pronto da portare in classe il giorno dopo, magari già corredato di materiale didattico. Per avere questo sono disposte anche a spendere... questo è "ciò che vende", quindi.
Per fortuna esiste anche la minoranza... quella attenta e desiderosa di imparare e pronta a modificare il proprio metodo di insegnamento anche se costa fatica. Su questi io faccio affidamento pur nella consapevolezza che il loro impegno e il loro lavoro sono una goccia nel mare...
La scuola pubblica però in cui tutti noi crediamo sta andando abbastanza a rotoli in generale e stanno fiorendo le scuole private, non più solo confessionali ma anche parentali, green e così via... su questa moda ho molte perplessità ma non sono abbastanza informata per esprimere delle opinioni.
Torniamo quindi all'adozione alternativa.
Secondo me è importante confrontarsi su questo punto in un momento in cui sia l'offerta online sia quella cartacea sta prendendo direzioni molto variegate che alla fine creano molta confusione proprio negli insegnanti.
Ciò che mi preoccupa nel proporre ora l’adozione alternativa è la pratica didattica di cui ha bisogno e su cui secondo me mancano dei riferimenti soprattutto per quando riguarda le discipline scientifiche come la matematica. Non adottiamo il libro di testo e poi ci affidiamo ad eserciziari, fotocopie di schede scaricate da internet, pagine Facebook che suggeriscono materiali e ricette (non tutte da scartare, naturalmente), monografie magari bellissime ma inutilizzabili nel lavoro quotidiano perché i bambini non sono in grado di gestire questo tipo di materiale oppure molto più semplicemente perché aumentano il carico di lavoro dell’insegnante?
Se qualcuno mi fa degli esempi concreti di come utilizza una biblioteca scientifica in classe possiamo forse trovare nuove modalità che io sinceramente faccio fatica a individuare. Quando gli insegnanti mi dicono che adottano il libro di testo perché sono obbligate (da chi? dai colleghi? dal dirigente?) ma tanto non lo usano o fanno solo fare gli esercizi e poi vedo un quaderno pieno di fotocopie di pagine di Wikipedia che sostanzialmente ripetono ciò che sta scritto nella maggior parte dei sussidiari, mi viene da piangere.
Oppure diciamo che l’adozione alternativa, come è sempre stato nella realtà dei fatti, serve solo agli insegnanti di italiano, per avere dei bei libri da mettere in mano ai bambini. Già questo sarebbe un buon motivo, a mio avviso, per non adottare il libro di testo unico e spendere bene i soldi dei contribuenti. Ma forse uno sguardo anche al resto delle discipline non guasterebbe, soprattutto in un momento in cui dilagano le proposte che arrivano dal web e scegliere implica coerenza e soprattutto competenza disciplinare.
Chi ha idee ed esperienze le condivida inserendo il suo commento a questo post.
Forse, a chi si pone il problema, interesserà partecipare al
SEMINARIO
ADOZIONE DI LIBRI E STRUMENTI
ALTERNATIVI AL TESTO UNICO
PADOVA, sabato 4 aprile 2020
(luogo da definire)
promosso dal gruppo di ricerca del MCE che si occupa di questo problema. Informazioni più dettagliate sul sito del Movimento
http://www.mce-fimem.it/evento/adozione-di-libri-e-strumenti-alternativi-al-testo-unico/
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