Dopo un lungo silenzio determinato dai troppi impegni... riprendo a scrivere...
Il primo tema che vorrei affrontare è quello delle STEM. Mi occupo di tecnologie di loro inserimento nella didattica quotidiana da molto tempo. Sono stata distaccata per ben 6 anni su un progetto ministeriale, che, nato come laboratorio di matematica e informatica, si è poi allargato a tutte le discipline, diventando un esempio di come l'uso delle tecnologie possa incidere profondamente sul "fare scuola"e anche motivare e facilitare l'apprendimento.
Non sto dicendo che le tecnologie offrano solo strumenti più accattivanti della lezione frontale o del libro di testo unico, ma che la loro integrazione nella didattica cambia anche il modo di apprendere. Per questo gli insegnanti devono essere competenti non solo nelle discipline ma anche in campo tecnologico per poter sfruttare appieno le risorse che questo ci offre. Lo scopo è sempre migliorare l'apprendimento ma per poter inserire in modo fruttuoso le tecnologie nella didattica quotidiana occorre anche una buona capacità di progettazione didattica oltre alla visione interdisciplinare delle conoscenze, uno sguardo sempre a 360° sul tema che si vuole affrontare in classe per sviluppare tante competenze che sarebbe difficile separare.
Il nostro gruppo MBTS - Making Building Thinking Sharing https://sites.google.com/view/mbts-club/ sta sperimentando da tempo laboratori STEM ed ha anche prodotto un libro che raccoglie una serie di attività molto interessanti, tutte sperimentate in classi di scuola primaria. Il device con cui preferiamo lavorare è micro:bit che si programma con makecode, un software derivato da Scratch.
Le attività che abbiamo sperimentato sono sempre sviluppate in coerenza con il curricolo delle classi e quindi progettate e realizzate dagli insegnanti stessi. Una caratteristica del nostro modello formativo e delle nostre proposte di laboratorio è la flessibilità: facciamo una proposta di massima all'insegnante o alla classe e poi, strada facendo, la modifichiamo in base a ciò che succede, al tipo di feedback che ci giunge da chi partecipa la laboratorio. Anche i percorsi formativi sono strutturati in modalità laboratoriale perchè è solo facendo con le mani e usando la testa per ragionare che si arriva ad apprendimenti duraturi.
Faccio un breve esempio.
In classe prima un'insegnante ha progettato con gli alunni e poi realizzato con micro:bit una macchina per contare. In questo caso la ricerca della classe si è orientata sulla scelta del sensore più adatto a svolgere la funzione di contatore applicandola ad un conteggio di noci. Partendo dai progetti realizzati dai bambini, l'insegnante ha organizzato tutta una serie di attività in cui le competenze di tante discipline diverse si sono dovute intersecare per giungere al prodotto finale:
La programmazione risulta abbastanza lineare ma richiede l'introduzione di una variabile per effettuare il conteggio e non è quindi alla portata dei bambini che si sono limitati, in questo caso, a definire i vari passi della procedura.
Per saperne di più: https://store.streetlib.com/educazione-e-formazione/stem-in-aula-con-micro-bit-674828/
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