martedì 14 ottobre 2025

Le Nuove Indicazioni del Ministro Valditara

Oggi sento il bisogno di scrivere perchè siamo in fermento organizzativo per la giornata di lotta alla Nuove Indicazioni per scuola dell'infanzia e primo ciclo di istruzione di sabato 18 ottobre di cui pubblico il volantino


In questi mesi si sono espressi un po' tutti gli esperti per criticare queste Nuove indicazioni, soprattutto perchè nessuno sentiva l'esigenza di revisionare quelle vigenti ancora misconosciute alla maggior parte delle e degli insegnanti.
I pareri del CSPI e del Consiglio di Stato, ciascuno per le sue aree di competenza, sono stati negativi, Si attende quindi un'ulteriore versione dopo quella di luglio che doveva essere definitiva. La parti più palesemente in contrasto con la Costituzione con le leggi sull'autonomia scolastica sono state ridimensionate ma l'impianto e la visione di ciò che deve insegnare in questi ordini scolari (infanzia, primaria e secondaria di I grado) è rimasto pressoché invariato.

Vi invito a leggere i commenti al documento su questa pagina del sito MCE. Riporto solo le parti riguardanti le STEM, la  Matematica e le Scienze relative alla versione del luglio 25:

STEM: matematica, scienze e tecnologia sono collocate sotto il cappello STEM senza tenere conto di altre trasversalità, ad esempio quella con la lingua. Ci chiediamo se questa struttura sia solo una questione di forma o debba risolversi in una differente impostazione anche nella progettazione didattica a scapito della specificità delle tre discipline. Pensiamo che con l’approccio STEM alcuni concetti base di matematica e scienze, potrebbero essere introdotti all’interno di un curricolo integrato, a patto che l’epistemologia specifica di ciascuna disciplina e i relativi ostacoli, quelli che generalmente orientano le scelte didattiche, siano tenuti sempre in considerazione. In particolare, siamo convinti che le conoscenze tecnologiche siano uno strumento e non un fine.

Matematica: nonostante siano stati accolte alcune delle osservazioni fatte dalle associazioni di categoria, rimane ancora molto labile il riferimento al laboratorio di matematica inteso come “metodologia di lavoro adottata in classe o fuori dalla scuola, finalizzata a costruire significati, valorizzando sia gli aspetti culturali, sia quelli strumentali della disciplina” (Nota 1). Preoccupa anche il modo in cui è stato trattato il tema del genere sostenendo che le bambine giudicano meno interessante la disciplina, quando invece, probabilmente, sono gli stereotipi a generare questo problema (Nota 2), senza peraltro fornire spunti per il suo superamento e associandolo a un altro stereotipo relativo alla matematica “staccata dalla realtà quotidiana” (IN 7lug25 p. 67). Ciò che continua a mancare è il ruolo della matematica come laboratorio di pensiero a favore della sua utilità pratica e strumentale al servizio di altre discipline, nonché la scarsa considerazione del ruolo positivo dell’errore. Dall’insistenza sull’esigenza di rigore, atteggiamento che non ha senso, considerata l’età degli alunni a cui ci si rivolge, si deduce che l’interesse prioritario dei redattori sia fare in modo che gli allievi giungano in fretta agli apprendimenti, supponendo che questo fine si raggiunga con una formalizzazione precoce, invece di dare tempo ai bambini di conquistare l’aspetto formale con consapevolezza, dopo essere passati attraverso l’osservare, lo sperimentare, l’interrogarsi sul perché delle cose. La ricerca in didattica della matematica ci dice che la capacità di produrre ragionamenti complessi con deduzioni e passaggi logici di un certo livello, come mettere in relazione due variabili e verificarne le implicazioni, sono abilità mentali che si raggiungono con il tempo, ciò che per un adulto mediamente acculturato sembra quasi banale, non lo è per i nostri alunni. La professionalità di un insegnante si gioca proprio nella sua capacità di costruire percorsi didattici che tengano conto delle ricerche sull’età evolutiva e dei risultati della ricerca sperimentale in didattica della matematica che queste indicazioni tentano invece di affossare. Infine, è da notare l'inserimento dell’“educazione finanziaria, intesa come campo di esperienza concreto e motivante” (IN 7lug25 p. 68) e come “contesto autentico attraverso cui promuovere e potenziare le competenze matematiche…” (ibidem).

Scienze: il titolo del paragrafo iniziale è stato modificato da “Perchè si studiano le scienze" nella versione della bozza iniziale a “Perché si studia scienze” riconoscendo la diversità degli ambiti di cui le scienze si occupano. Si legge anche una maggiore attenzione alla parità di genere e al ruolo positivo dell’errore. È scomparso l’espressione “esperienze simulate” insieme al paragrafo sulle ibridazioni tecnologiche anche per il cambio di struttura del documento e sembra più valorizzato il ruolo del laboratorio ma non concepito come luogo in cui i concetti scientifici prendono forma ma come luogo di sostegno e promozione dello sviluppo dell'apprendimento e quindi come “ambiente progettuale e applicativo ideale per far emergere e valorizzare i talenti.” (IN 7lug25 p. 75). Nel suo complesso la disciplina è sempre trattata come un elenco di contenuti che paiono desunti dall’indice di un manuale della scuola superiore: che fine faranno le idee di partenza dei bambini, le loro teorie ingenue da decostruire per giungere a quelle formalizzate dalla scienza attuale, pur sempre provvisorie? Tutto è ridotto a nozioni da trasmettere, a nomenclature da mandare a memoria. Rimane quindi intatta l’impostazione metodologica che deriva da queste premesse, in contrapposizione con una didattica laboratoriale in cui il fare è unito al pensare, e fare e pensare insieme conducono gradualmente alla reinvenzione dei concetti e al superamento dei luoghi comuni. Il concetto stesso di “comprensione” viene messo in crisi, basta saper ripetere, non è necessario capire perché per capire bisogna mettersi in gioco e quindi ci vuole tempo, ascolto, co-costruzione delle conoscenze, tutte strategie estranee all'impostazione di questo documento.


Note 

1 Per ulteriori analisi si consulti anche il documento AIRDM https://www.airdm.org/wp-

content/uploads/2025/Indicazioni%20Nazionali%202025/Commento%20alla%20bozza%20definitiva%20delle%20IN.pdf

Si legga a questo proposito la ricerca francese illustrata nell’articolo https://ilbolive.unipd.it/it/news/universita-scuola/gap-genere-matematica-prima-elementare




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